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Prism Sound | Una Breve Storia

La frase “senza compromessi” si sente spesso al giorno d’oggi tanto da essere diventata un luogo comune del marketing di molte aziende, ma, se per la maggior parte di queste non è altro che un headline da mettere su banner e annunci pubblicitari per le poche riviste cartacee rimaste nel settore, per Prism Sound questa espressione rappresenta una vera dichiarazione d’intenti, un principio che si trova saldamente al centro della loro filosofia progettuale dell’azienda. Da oltre 30 anni, Prism Sound ha conquistato la scena globale dell’audio professionale forgiando alcuni tra i migliori convertitori a disposizione degli ingegneri del suono e degli studi di registrazione di élite. Con i suoi eccellenti prodotti Prism Sound si è costruita una reputazione di prim’ordine negli ambiti del mixing, del broadcast e del mastering; il suo nome è divento sinonimo di precisione, eccellenza prestazionale e longevità. Infatti, ogni prodotto Prism Sound è costruito per durare, ben oltre alle mode passeggere.

Le origini dell’azienda possono essere fatte risalire al 1987, all’incontro di due ingegneri elettronici che condividevano da tutta la vita una grande passione per l’audio, Graham Boswell e Ian Dennis. Boswell e Dennis iniziarono a lavorare allo sviluppo di prodotti audio basati su tecnologia digitale presso Neve a partire dal 1981. A quell’epoca non erano disponibili sul mercato chip DSP audio dedicati, e così, con l’aiuto di finanziamenti governativi, Boswell e Dennis iniziarono a sviluppare nuove soluzioni. Fu da ciò che nacque la prima console basata su DSP ad essere messa in commercio: la celebre Neve DSP.

Dennis e Boswell dopo questa esperienza lasciarono Neve, fondarono Prism Sound e dapprima si dedicarono a servizi di consulenza offrendo la loro competenza a vari campi inerenti l’audio digitale. Dai sistemi radar con specifiche militari (che prevedono conversioni A/D di alta precisione per le misurazioni dell’azimuth) alla realizzazione della prima matrice al mondo di commutazione per comunicazioni completamente digitale, commissionata dalla BBC per le Olimpiadi di Barcellona del ’92, l’azienda ha prestato la sua competenza ad un enorme numero di progetti molto importanti.

Gli Albori

Nonostante Prism fosse coinvolta in iniziative che abbracciavano svariati settori, tra il 1993 e il 2000 si registrò un’evoluzione significativa nella direzione intrapresa dall’azienda, quando cominciò a specializzarsi in prodotti di alta qualità destinati espressamente agli studi di registrazione. L’epoca era caratterizzata da un vero e proprio boom delle pubblicazioni in CD, che generò tra i professionisti della registrazione un crescente bisogno di soluzioni di conversione tra mondo analogico e modo digitale ad alta risoluzione, capaci di valorizzare appieno le potenzialità del supporto. Convertitori come l’AD-1 segnarono un notevole progresso in termini di gamma dinamica e precisione nei dettagli più sfumati rispetto alle opzioni comunemente disponibili sul mercato all’epoca. L’AD-1 gettò le fondamenta per il lancio di successivi prodotti innovativi, quali l’AD-2 e il DA-2, che aprirono la strada alla registrazione a frequenze di campionamento fino ad allora inesplorate, raggiungendo i 96kHz.

L’AD-2 rappresentò un grande traguardo, diventando rapidamente il convertitore di prima scelta per esperti ingegneri di mixing e mastering in tutto il mondo. La qualità eccezionale di questi convertitori fu tale che alcuni di essi trovarono impiego persino dalle agenzie di intelligence per le intercettazioni, dove si ricercavano i livelli di rumore più bassi e la massima limpidezza del segnale.

La nascita di una Leggenda | Il Sogno ADA-8 & ADA-8XR

L’evolvere delle esigenze degli studi di registrazione, che richiedevano un numero sempre maggiore di canali e una flessibilità superiore per gestire sessioni multitraccia di grandi dimensioni, non tardò a trovare risposta in Prism Sound che diede vita al convertitore AD/DA Prism Sound ADA-8. Questo dispositivo modulare era in grado di supportare otto canali di conversione per direzione o alternativamente fino a 16 canali di A/D o D/A. Questa innovazione segnò una decisa svolta verso un’apertura ad un mercato dell recording molto più vasto, tanto che Prism Sound ADA-8 è riuscito a imporsi come uno dei convertitori più riusciti e duraturi mai prodotti. Successivamente, l’ADA-8 ha ricevuto un importante aggiornamento con il lancio dell’8-XR, caratterizzato da nuove possibilità di sampling rate, arrivando ai 192kHz. Fino ad oggi, l’ADA-8XR si è affermato nelle più prestigiose strutture di registrazione di tutto il mondo, venendo universalmente considerato come uno dei migliori sistemi di conversione mai prodotti.

 

L’ascesa di Orpheus

Con il debutto di Orpheus, Prism segnò un cambio di rotta, distaccandosi decisamente dall’aspetto funzionale e spesso austero caratteristico dei “convertitori” tradizionali. Orpheus si rivolgeva agli appassionati di home studio e agli utenti di sistemi audio per desktop, offrendo la prestigiosa tecnologia a chip di Prism per garantire massima trasparenza e precisione sonora. Questo modello si distingueva inoltre per i suoi preamplificatori di elevata qualità, per la connessione Firewire, per un’interfaccia utente accattivante e accessibile, oltre per funzionalità essenziali quali amplificatori per le cuffie e connettività ADAT. Orpheus riscosse grande successo fin dal suo lancio, evolvendosi successivamente in tre versioni distinte: nelle interfacce Lyra, Titan (una variante di Orpheus dotata di connessione USB) e Atlas.

Prism si è sempre distinta per la capacità di ascoltare attivamente il mercato e, più specificatamente, le richieste e le esigenze dei propri clienti. Questo orientamento verso l’innovazione trova la sua massima espressione con la presentazione del nuovissimo Dream AD-128, il loro ultimo nato. L’idea alla base dell’AD-128 si è sviluppata grazie al dialogo instaurato con il Conservatorio Reale di Birmingham, che ha stimolato la creazione del sistema di conversione più avanzato e completo proposto da Prism sino ad oggi. Caratterizzato da una struttura modulare, la possibilità di scegliere tra diverse fonti di sincronizzazione per consentire a grandi strutture di gestire più configurazioni di registrazione simultaneamente, e la capacità di elaborare frequenze di campionamento fino a incredibili come i 798kHz, l’AD-128 si posiziona nel mercato come una soluzione avanguardistica e adatta a soddisfare le esigenze più esigenti del settore.

 

 

Nonostante Prism faccia attualmente parte del gruppo Audio Squadron, l’azienda continua operare, progettare e produrre nel Regno Unito. Abbiamo avuto l’opportunità di conversare con Mark Evans, il Direttore delle Vendite, per approfondire cosa distingue Prism Sound dalle altre aziende e in che modo il nuovo modello di punta, Dream AD-128, rispecchia i principi fondamentali su cui è stata costruita l’azienda.

Il mondo della tecnologia ha subito enormi trasformazioni negli ultimi decenni. Immagino che gli albori di Prism Sound fossero molto diversi rispetto alla realtà odierna. Come è nata l’azienda?

Graham e Ian inizialmente erano ingegneri sotto contratto per Neve. Furono loro a sviluppare la prima console con supporto DSP: la console Neve DSP, ed in seguito, come parte di un altro lavoro sotto contratto, progettarono poi un convertitore. Questo accadde approssimativamente 35 anni fa: progettarono un convertitore le cui prestazioni erano talmente elevate che sul mercato non esistevano strumenti capaci di misurarlo. Da qui nacque l’idea di creare di conseguenza un nuovo dispositivo di misurazione. E così, partendo da queste umili origini, l’azienda si è sviluppata in due settori: uno dedicato agli strumenti di test e misurazione e l’altro dedicato ai sistemi di registrazione e produzione audio.

 

Suppongo che, da un punto di vista produttivo, questi due aspetti vadano di pari passo, giusto?

Esatto, e questo ci rende un’azienda davvero unica. Dico questo perché molti dei nostri concorrenti utilizzano i nostri prodotti per progettare e costruire i loro. E, a sorpresa, tra questi figurano anche altre aziende produttrici di convertitori. Ricorrono ai nostri dispositivi di test e misura per progettare e testare i propri prodotti. Quindi, per questo motivo, dobbiamo capire la tecnologia e l’elettronica a un livello diverso rispetto a tutti gli altri: se hai un prodotto che misura da 0 a 100, e questo è il massimo che può raggiungere, allora l’attrezzatura di test e misurazione deve poter raggiungere almeno 110! Grazie a questa esperienza, riusciamo a comprendere i nostri prodotti a un livello completamente differente rispetto alla maggior parte dei nostri concorrenti.

 

Questo deve offrirvi un punto di vista interessante sui prodotti dei concorrenti e sul mercato in generale…

Beh, quello che ci aiuta a capire è che non è oro tutto quel che luccica. Intendo dire che ci sono modi di misurare le cose per ottenere numeri molto buoni sulla carta, giusto? Mentre la realtà è spesso diversa. Tutte le aziende che lavorano nel settore dei convertitori, noi copmpresi, hanno a disposizione gli stessi componenti, eppure noi in Prism riusciamo a creare un prodotto con prestazioni superiori e maggiore accuratezza. Ti viene da chiedere, perché succede? L’analogia che mi piace usare è quella dello chef stellato Michelin. Metti me e uno chef stellato nella stessa cucina con gli stessi ingredienti, ma ciò che lui creerà sarà molto più appetitoso di ciò che potrei cucinare io. Voglio dire, ciò che facciamo in modo diverso rispetto a molti altri è prestare un’attenzione meticolosa ad ogni parte del prodotto e alla relazione tra i componenti individuali – non solo ai singoli componenti in sé.

Quindi si tratta della somma delle parti e non solo di quale chip convertitore si sta utilizzando.

Esatto. La gente si sofferma spesso troppo su quale chip viene usato. Certamente, devi sceglierne uno buono, ma devi anche sapere cosa farne. Partendo dal modo in cui l’alimentazione scorre attraverso l’unità, alla disposizione dei tracciati sulla scheda del circuito, al funzionamento dei clock ecc… Tutto deve funzionare correttamente. Devi far sì che tutte queste cose siano corrette. Solo allora si ottiene un prodotto che funziona in modo efficiente e suona bene come un Prism. Una delle cose che ritengo ci distingua dagli altri è che molti prodotti in commercio sono pensati a partire da: “bene, vogliamo fare un prodotto con 10 ingressi, 10 uscite, con una connessione AES, e vogliamo venderlo a mille sterline”. Quando decidi questo, stai già preimpostando la maggior parte delle scelte che dovrai fare nella progettazione, perché lo stai già costruendo per rispettare un prezzo specifico. Mentre noi progettiamo i nostri prodotti puntando a farli il più performanti possibile.

 

…e alla fine il loro costo è quello che è. La maggior parte degli ingegneri con esperienza in un modo o nell’altro conosce Prism e il suo lavoro, ma pensate che sia una sfida persuadere una nuova generazione di ingegneri e produttori che questa differenza di qualità giustifichi l’investimento?

Sì, rappresenta una sfida. Quando Orpheus ha fatto la sua comparsa, il mercato di massa ha iniziato a conoscere meglio Prism Sound come azienda. Fino ad allora avevamo realizzato prodotti ad altissime prestazioni destinato a grandi studi, che avevano prezzi piuttosto elevati. Invece, all’improvviso, Orpheus si è presentato come un prodotto dalle performance straordinarie, superiori a tutto ciò che c’era sul mercato fino allora per la fascia di utenza desktop e home studio. Aveva prestazioni paragonabili, se non migliori, di un AD/DA-2 e un ADA-8, ma poteva essere acquistato a un prezzo piuttosto accessibile. Più di tutto, fu il prodotto giusto nel momento giusto, e un pubblico molto ampio iniziò, e continua tuttora, a capire che un convertitore di alta qualità ed alte performance rende il lavoro più efficiente e, spesso, più facile. Con un livello di qualità del genere le decisioni critiche sul mix possono essere prese con la sicurezza che ciò che si sta ascoltando sia una riproduzione fedele e assolutamente inalterata del progetto originale, il che è fondamentale.

 

Esatto, Orpheus è arrivato in un momento in cui le produzioni audio da desktop e, in particolare, le produzioni home studio stavano prendendo il volo…

Prima di allora Prism Sound aveva sempre creato questi prodotti molto costosi, che si vendevano in quantità relativamente limitate. Voglio dire, non stavamo vendendo milioni di ADA-8 o di AD-II e DA-II, erano apparecchiature di alto valore e con un ampio margine, poi all’improvviso è arrivato Orpheus e tutto è cambiato. Non ricordo il numero esatto, ma un po’ di tempo fa le vendite di Orpheus sono arrivate a qualcosa come 25 o 30 volte quelle di ADA-8. Questo ha davvero spostato l’azienda in una direzione completamente nuova.

Ho sempre dato per scontata l’importanza di avere un convertitore di alta qualità, fino a quando non ho avuto modo di compararli direttamente presso Funky Junk. Tutto cambia, dalla separazione stereo alla dimensione e profondità delle sorgenti. Credo che le persone stiano iniziando a comprendere che la differenza è tangibile.

C’è molto marketing là fuori che promuove i prodotti come buoni, precisi, trasparenti. Spesso, però, non è affatto così. Un problema piuttosto curioso che continuiamo ad affrontare si verifica quando le persone sostituiscono il loro vecchio hardware con un prodotto Prism Sound, pensando di utilizzare qualcosa di molto preciso e “neutro”. Poi passano a Prism e il feedback che riceviamo è del tipo: “sai una cosa? Manca di bassi o di alti, oppure i medi suonano strani”, perché quello che stanno ascoltando è fedele al suono originale, ma suona diversamente di come erano abituati. A volte questa rivelazione può essere un vero e proprio shock e a volte è difficile da accettare.

 

Come reagite a questo tipo di feedback?

Consigliamo di effettuare il test del “Loop-through”, che in pratica significa mandare il suono fuori dal convertitore, riportarlo dentro e poi fuori un’altra volta. Si alternano questi due percorsi e se si avverte una differenza, significa che il convertitore sta modificando il suono. Questo test lo consigliamo con qualsiasi convertitore. Con i prodotti Prism, non si nota nessuna differenza. Con molti altri prodotti, invece, sì. La nostra missione, quindi, è principalmente educativa. Cerchiamo di aiutare le persone a capire perché questi aspetti sono fondamentali.

L’ADA-8XR è, e continua ad essere, un prodotto stupefacente che per decenni ha mantenuto la sua posizione di convertitore leader sul mercato – un traguardo che nessun altro convertitore può vantare. Perché pensi sia così?

Il successo dell’ADA-8 risiede in questa minuziosa attenzione ai dettagli. Anche se si dovesse ottenere un incremento di performance cinque anni dopo grazie a un nuovo chip, se non si ha tutto il resto perfettamente a punto, non si otterrà necessariamente un miglioramento nella qualità. Voglio dire, ci adoperiamo notevolmente per la progettazione di prodotti duraturi. Desideriamo che i nostri dispositivi siano ancora utilizzati tra 10 o 15 anni. Acquistarlo una volta, ma farlo nella maniera giusta. E, se si considerano i costi nel lungo termine, i prodotti Prism Sound non risultano poi così esosi. Se paragonati a prodotti che necessitano di un upgrade ogni due anni, il Prism manterrà il suo primato sulle prestazioni anche dopo tutti questi anni. Offre un gigantesco ritorno sull’investimento, e noi lo teniamo ben presente quando progettiamo. Prendiamo ad esempio il nuovo Dream-128. Il telaio stesso lavora a frequenze di campionamento fino a 768kHz. Nessuno lo fa. Non esistono ancora sul mercato chip capaci di raggiungere questi valori, giusto? Ma noi riteniamo fondamentale che quando arriveranno, non ci sarà bisogno di acquistare un nuovo apparecchio. Ti basterà aggiornare il firmware, installare una nuova scheda DA e tutto funzionerà. Questa prospettiva sul futuro è un punto fondamentale da considerare quando progettiamo i nostri prodotti.

 

Potresti dirci come è nata l’idea del 128 e come sono stati gli scambi tra i progettisti all’inizio progetto?

In realtà l’idea del 128 è nata in seguito ad una serie di conversazioni che abbiamo avuto con il personale del Conservatorio di Birmingham, che necessitava di grandi quantità di I/O di altissima qualità per la loro enorme struttura all’avanguardia. Avevano bisogno di molta – non so nemmeno se questa sia una parola esistente – “condivisibilità”. Le università, forse anche più di uno studio di registrazione standard, cambiano le loro necessità quasi quotidianamente, a seconda delle materie che stanno insegnando o delle circostanze. Dunque avevano bisogno di un prodotto flessibile, capace di adattarsi a diverse situazioni di registrazione senza dover rifare ogni volta interamente il cablaggio. Era necessario poter modificare le configurazioni e la disposizione dell’I/O in modo impeccabile, su un elevato numero di canali.

L’ADA-8XR poteva essere un’opzione, ma quando si è iniziato a considerare il costo e l’immensa quantità di AD/DA richiesta, sia in termini di prezzo che di spazio fisico, è apparso chiaro che questa opzione non sarebbe stata praticabile. Così, dopo aver discusso, tornammo a casa e fu allora che il geniale Ian Dennis ha portato alla luce questo nuovo prodotto: completamente modulare, proiettato nel futuro, denso di funzionalità e di alta qualità. Ma dato che Ian è una mente brillante, ha rafforzato il tutto con ulteriori sorprese, tipo: “e se aggiungessimo anche quattro circuiti di clock?”.

 

Era un concetto totalmente unico quando è stato pensato? Non mi sembra di conoscere nulla che sia capace di fare ciò con un singolo dispositivo.

Sicuramente, è stata un’idea che ha spianato la strada ad un universo di nuove possibilità e applicazioni. Una qualsiasi casa di produzione, che dispone di una sala macchine e di più studi, può decidere di avere 24 input / 24 output in uno studio, ma ne necessita solo 8 input / 8 output in un altro. Ora non serve più avere due dispositivi diversi per fare ciò.

Un aspetto che spesso viene trascurato, e ciò che rende il 128 davvero intelligente, è che generalmente puoi ottenere qualcosa di estremamente buono se metti a disposizione un’enorme quantità di energia. Giusto? Quello che rende speciale il 128 è che hai comunque a disposizione una quantità limitata di energia, ma il modo in cui questa energia viene distribuita non implica compromessi sulla qualità, nonostante il grande numero di canali. Ecco la vera genialità del dispositivo. Devi tenere conto di ogni millesimo di watt, sapendo dov’è ogni bit di energia in ogni istante. Niente all’interno del dispositivo è superfluo o privo di una specifica funzione. Ogni componente e ogni elemento scelto ha un preciso scopo.

 

 

Posso immaginare che ci siano state delle vere sfide durante la realizzazione

Sinceramente, è difficile pensare a un periodo più impegnativo per lo sviluppo di un prodotto. E non siamo stati i soli a riscontrare queste difficoltà. Attenzione, una delle ragioni principali del ritardo nel lancio del prodotto è stata la pandemia e le conseguenti ripercussioni, ma c’è anche la nostra ostinazione a non voler prendere scorciatoie e fare compromessi. Avremmo potuto facilmente sostituire un componente che avrebbe fatto una differenza dello 0,0001%, ma non eravamo disposti a farlo. Quindi, se non si riusciva a reperire un componente o era necessario cambiarlo, doveva essere equivalente o superiore a quello eliminato. Durante lo sviluppo, abbiamo dovuto gestire numerose situazioni di questo tipo. In un senso un po’ particolare, è come se alla fine avessimo ottenuto un prodotto ancora migliore di quello che ci eravamo proposti di realizzare.

 

Quindi, in un certo senso, imparavate sempre più sul vostro prodotto dovendo adattarvi alle circostanze?

Esattamente. E abbiamo dovuto affrontare gli stessi ostacoli che stavano affrontando tutte le altre aziende in quel periodo. Parliamo di piccoli dettagli, come la scarsa disponibilità di cartone per le confezioni perché, su mille scatole che uscivano, 999 andavano ad Amazon. Era difficile reperire lavorazioni in metallo, vernice. Sinceramente, non avremmo potuto scegliere un periodo peggiore per progettare e realizzare un nuovo prodotto.

 

Ma finalmente eccoci qui! Il prodotto è in spedizione… Avete iniziato a ricevere dei feedback dai primi acquirenti?

Decisamente! Le risposte sono state molto positive. Solitamente, lasciamo la valutazione dei nostri prodotti a persone con orecchie molto più “affinate” delle nostre. Noi ci dedichiamo a creare il miglior prodotto possibile, e lasciamo ad altri il compito di confrontarlo. Non facciamo mai confronti, non proviamo un Dream-128 mettendolo a confronto con un Lyra o con un AD-II. Ovviamente, quando si arriva ai massimi livelli di prestazioni, le differenze sono minime. Molti dei nostri clienti più esigenti, che avevano i nostri precedenti ADA-8XRs, hanno provato il 128 e hanno detto: sai una cosa? È migliore, ma non è come passare dall’essere in una stanza buia all’illuminarsi tutto all’improvviso. Credo che se ci fosse stata una marcata differenza sonora tra questo prodotto e i nostri prodotti precedenti, gli utenti si sarebbero preoccupati.

 

Ma il Dream-128 offre molto più di un semplice miglioramento nella tecnologia di conversione, giusto?

Certo, precisamente! Prendiamo ad esempio i nostri clienti che gestiscono grandi studi con numerosi convertitori ADA-8. Se ci troviamo difronte alla necessità di sostituirne otto, si parla di utilizzare 16 unità di spazio rack, più uno extra sopra e sotto ogni apparecchio. Significa che si utilizzerebbero circa 25 unità di spazio. In confronto, un Dream-128 occupa soltanto 2 unità di rack e quello spazio extra sopra e sotto. Pensa anche al risparmio in termini di mantenimento: otto ADA-8 possono generare molto calore rispetto a un singolo 128, Il risparmio economico solo per il raffreddamento è enorme. Aggiungi a ciò l’eliminazione della necessità di comprare 16 cavi Digi-Link per connettere i tuoi 8 rack ADA-8. Un singolo Dream-128 può gestire un pieno di 64×64 canali HDX. Tutto ciò si traduce in un pacchetto molto economico ed efficiente sotto il profilo dei costi.

 

 

 

 

 

Sembra che ci sia una forte tendenza tra i noti marchi di alto livello a produrre ora dispositivi di livello consumer, suppongo nel tentativo far conoscere il marchio anche a nuove fasce di utenza. Una versione più “accessibile” e a buon mercato delle interfacce Prism potrebbe essere presa in considerazione?

Non credo che in azienda qualcuno possa affermare con certezza che si tratti di un’ipotesi da escludere. Ciò detto, entrare in un mercato già saturo e competitivo non rientra nei nostri piani attuali. Questo non vuol dire che non ci piacerebbe proporre alcuni dei nostri prodotti professionali ad un prezzo più accessibile, mantenendo l’eccellenza del suono che caratterizza i dispositivi Prism. Ciò sarebbe allettante. Ma vi è una sostanziale differenza tra ciò che facciamo e il progettare un “prodotto economico”, in quanto ciò porterebbe inevitabilmente a scendere a compromessi sulla qualità, qualcosa che noi evitiamo in quanto la nostra priorità è l’eccellenza. È grande l’ambizione di tante aziende leader nel mercato di coprire ogni aspetto della produzione audio, offrendo prodotti che possono gestire conversioni, plugin, il controllo del monitor e molto altro. Ma questo generalmente implica dei compromessi. Sebbene vi siano menti brillanti al lavoro, è improbabile che questi prodotti possano eguagliare le prestazioni di dispositivi specializzati. E questo è il grande nodo da sciogliere per chi punta al segmento più orientato al budget.

Ci sentiamo ripetere spesso: “i vostri prodotti suonano meglio?” La nostra risposta è sempre la stessa: definisci “meglio”. È del tutto possibile che tu possa acquistare il convertitore Prism più costoso e metterlo a fianco della scheda audio più economica sul mercato e “preferire” l’opzione più economica. Questo è del tutto soggettivo e naturalmente, va benissimo così. Ma, se ci si chiede “il vostro prodotto è più accurato” allora la risposta sarebbe un sonoro “sì”. E questo perché è tutto ciò che ci interessa e questo è il nostro unico focus. Non aspiriamo a produrre attrezzature che “suonano bene”, bensì a realizzare prodotti che non aggiungano né tolgano nulla al suono originale. L’intento è quello di una trasparenza assoluta, paragonabile a quella di un semplice cavo. E quindi quando ci troviamo di fronte a questa domanda suppongo che le persone possano a volte irritarsi per la nostra risposta!

 

In effetti, l’accuratezza è davvero l’unica modalità con cui puoi quantificare il termine “meglio”, giusto? Cosa è misurabilmente più accurato sulla carta.

Esatto, e riteniamo che nel mondo della registrazione professionale, nel mastering o nell’archiviazione, l’accuratezza sia quanto di più importante, ed è su questo che noi concentreremo i nostri sforzi.

 

Come si prospetta il futuro di Prism? C’è qualcos’altro di eccitante all’orizzonte?

Quest’anno, il nostro focus è espandere il sistema Dream-128 con nuove schede aggiuntive. Il lancio delle schede MADI e mic/line è imminente, mentre le espansioni Thunderbolt sono in via di sviluppo. Abbiamo sempre un occhio verso ciò che faremo dopo. Siamo a un punto con il 128 dove stiamo già iniziando a pensare: “okay, e ora?”. Crediamo che Lyra, Titan, Atlas siano prodotti ancora molto vitali, ma sono tutti costruiti sulla piattaforma di Orpheus. Invece, il Dream-128 non si limita ad essere una mera novità a catalogo, bensì rappresenta la base per la prossima generazione di prodotti Prism Sound. È possibile impiegare i circuiti di conversione AD/DA e di clock del Dream-128 in altri formati e inserirli in prodotti futuri, il che è senza dubbio entusiasmante. Tuttavia, non siamo un’azienda che produce novità senza sosta come fanno la maggior parte delle aziende del settore: ciò che creiamo è fatto per durare e richiede anni di ricerca e sviluppo.

Teniamo a cuore la trasparenza: se crediamo ci sia un prodotto più adatto alle tue necessità, non esiteremo a dirtelo. le nostre linee telefoniche e le caselle di posta elettronica sono aperte: le persone possono parlarci e farci domande, siamo sempre pronti ad ascoltare. Le telefonate e le email dei nostri clienti sono la linfa vitale che ha ispirato il Dream-128: i suggerimenti seguono richieste precise e desideri sulla scia di “non sarebbe fantastico se…”. Onestamente i nostri prodotti non sarebbero validi nemmeno la metà di quanto lo sono attualmente se ci chiudessimo in noi stessi e producessimo solo prodotti che pensiamo siano brillanti senza un confronto col pubblico. Potremmo completamente sbagliare l’obiettivo, quindi è vitale per noi ascoltare e imparare da coloro che usano i nostri prodotti quotidianamente.

La Prism Sound ADA Dream-128 è disponibile per la spedizione. Acquistalo ora da Funky Junk o contatta oggi il nostro team per discutere delle tue necessità.

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