Studer 169 console servicing

Qui a Funky junk abbiamo visto passare una buona dose di console di piccolo formato, da quelle più popolari come Neve, Calrec, Cadac, Glensound, Chilton ed EMT a quelle meno conosciute di Acousta, Audio Developments e Seem, solo per citarne alcune.

Uno dei banchi più conosciuti è lo Studer 169. Introdotto originariamente nel 1978 come mixer broadcast per le emittenti radiofoniche e televisive europee, non ci volle molto perché questo piccolo e impressionante banco entrasse negli studi e nei setup di ingegneri e musicisti, grazie al suo suono trasparente e alla qualità costruttiva tipicamente svizzera, robusta e in qualche modo utilitaristica. A partire dagli anni ’70, i banchi broadcast di piccolo formato hanno avuto un vero e proprio boom con il diffondersi della registrazione in location e il conseguente aumento della domanda di alternative “portatili” ai grandi e ingombranti banchi broadcast di un tempo. Grazie all’introduzione di nuove tecnologie op-amp, di processi di produzione più sofisticati e di schede e componenti PCB più piccoli e affidabili, iniziò una nuova era di console per location di piccolo formato, di alta qualità e personalizzabili.

Il modello 169 era disponibile in diverse configurazioni, da 8 a 11 ingressi, ed era dotato di preamplificatori microfonici bilanciati con trasformatore a basso rumore/alto guadagno, EQ a 3 bande molto fluido e trasparente (hi/low shelf con mid sweep), master compressor/limiter (più utile che caratteristico, ma comunque utile) e VU meter che fungeva da maniglia quando era comodamente fissato all’interno dello chassis. Se questo non bastasse, era anche montabile a rack e poteva funzionare con corrente alternata, batteria interna e persino con la batteria dell’auto, per configurazioni di registrazione davvero “off-grid”!

Moog Minimoog Model D reissue 2022
Moog Minimoog Model D reissue 2022

Internamente, Studer ha progettato i circuiti per consentire modifiche abbastanza semplici e non distruttive, come la possibilità di reindirizzare i direct out. Il layout della scheda di ciascun canale è abbastanza logico e facilmente accessibile, con una serie di punti di contatto che consentono agli utenti di “prelevare” il segnale in varie fasi della catena, ad esempio pre o post equalizzazione. In effetti, oltre al suo suono, il fatto che il 169 sia ancora così popolare tra gli ingegneri e i produttori moderni può essere in parte accreditato al suo design lungimirante e facilmente modificabile, che lo rende un’ottima opzione per i moderni flussi di lavoro ibridi.

Sebbene la qualità costruttiva e l’affidabilità generale di questi banchi sia la caratteristica che li rende così interessanti, come per qualsiasi apparecchiatura che abbia superato i 50 anni di età, arriva il momento in cui è necessario un po’ di manutenzione. Fortunatamente, il nostro tecnico Adam ha molta esperienza nell’assistenza e, grazie agli schemi disponibili e ai pezzi di ricambio ancora relativamente facili da reperire, è stato abbastanza semplice intervenire. Questo esemplare in particolare è arrivato da noi con un paio di canali guasti. Il problema è stato rapidamente ricollegato a due trasformatori difettosi degli ingressi di linea. Fortunatamente, una semplice sostituzione con gli equivalenti trasformatori Neutrik NT1 1:1 (nella foto, identici agli originali sia dal punto di vista delle specifiche che da quello sonoro) ha risolto il problema. Sembra che questi trasformatori si guastino più spesso di quelli dell’ingresso microfonico, ma il motivo non è del tutto chiaro. Inoltre è stata ricablata la sezione di mastering, revisionato l’alimentatore per migliorare la stabilità e ridirezionare i direct out post-EQ/fader verso uscite ridondanti “di segnalazione” con connettore “a banana”. Queste erano originariamente utilizzate per collegare elementi come le luci di segnalazione per le registrazioni in location o per le trasmissioni, e oggi sono generalmente considerate superflue. Oltre a ciò, abbiamo eseguito i consueti controlli, assicurandoci che tutti gli interruttori e i potenziometri siano puliti prima che un accurato soak test confermi che tutto è di nuovo a posto.

Moog Minimoog Model D reissue 2022

Un bellissimo piccolo banco che, nonostante l’evidente qualità del suono e dell’ingegneria in mostra, può ancora essere acquistato ad un prezzo interessante sul mercato dell’usato.

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